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Maternità e lavoro freelance: i rischi di una narrazione omologata

Maternità e lavoro freelance: i rischi di una narrazione omologata

Fare, fare, fare a ancora fare, sicuri che sia l’unico paradigma lecito?
Se anche te, come me, ti stai chiedendo dove sia finito il tempo dello Stare, ti consiglio di leggere questo articolo per ritrovare alcuni angoli che sembrano essere cancellati, ma che in realtà ci sono ancora e meritano un’Ode dedicata ed esclusiva.

Nel bel mezzo della mia terza maternità da lavoratrice, ma prima da freelance, avverto molto vivo e caldo il tema della gestione dei tempi vita/lavoro in questo momento extra-ordinario.

Se come me ami le letture inusuali e allargate delle questioni che ti trovi a vivere, concediti il tempo di questa lettura per immergerti insieme in una riflessione stimolante, che non mancherà di pragmaticità e domande sfidanti.

Che lo stile attivista abbia inizio!
Stavolta lo indossiamo sul meraviglioso corpo della Maternità.

Esiste una maternità per le freelance?

Iniziamo come piace fare a me, sgomberando il terreno da inutili fraintendimenti.

Oggi le lavoratrici autonome iscritte alla Gestione Separata hanno diritto, esattamente come le lavoratrici dipendenti, ad un periodo complessivo di 5 mesi di maternità obbligatoria, come previsto dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale INPS.

Per di più il diritto all’indennità spetta a prescindere dall’astensione dall’attività lavorativa, dunque è possibile continuare ad emettere fatture nel periodo di congedo, qualora lo si desiderasse o necessitasse.
Ciò che cambia è l’importo previsto dall’INPS per le madri lavoratrici autonome, per questo vi consiglio di far riferimento diretto alla normativa nel portale INPS e qualora, come nel mio caso, non vi risultasse di facile traduzione, il consiglio spassionato è di rivolgervi al vostro Commercialista o Consulente del Lavoro di fiducia. Perchè si sa, non sempre le normative sembrano scritte per essere capite.

Accertato che anche la maternità da freelance è tutelata da un’indennità obbligatoria, entriamo nel vivo di come sia possibile vivere al meglio questo periodo il libera professione.

Come vivere il lavoro freelance durante la maternità?

Confesso che questo per me è un tema davvero caldo.

Proprio adesso, mentre sto scrivendo queste righe, mi trovo ad 8 mesi dalla nascita del mio terzo figlio e vivo quotidianamente sulla mia pelle le innumerevoli domande, dubbi e sfide alle quali mi pone la gestione di un’attività autonoma durante la maternità.

Ad oggi i 5 mesi dell’indennità obbligatoria sono terminati e nel mio caso si sono tradotti in un piccolo contributo che certo non mi avrebbe consentito un sostentamento sufficiente. Dunque di fatto non ho mai interrotto del tutto la mia attività, ho cercato di prevedere alcune deleghe che mi consentissero di mantenere salde le collaborazioni più importanti, lasciandomi il tempo e la testa per godermi e dedicarmi al ruolo genitoriale, che mai come nel corso del primo anno di vita mi vede coinvolta a 360°.

Alt! Non sto dicendo che questo sia l’unico modo di viversi la maternità, lungi da me.

Se c’è un punto che ritengo fermo, fermissimo è l’assoluta libertà e diritto di decidere in autonomia il modo di viversi il proprio ruolo genitoriale: allattamento naturale o artificiale, accudimento ad alto contatto o delega, sonno condiviso o separato, e chi più ne ha, più ne metta…

Qui siete tutti accolti, accettati e Abbracciati senza giudizio alcuno, anzi con una gran voglia di confronto franco!

Chiaramente la volontà di questo articolo nasce dal desiderio di aprire una riflessione sulla tematica del modo di vivere la maternità durante la libera professione, dunque non può prescindere dalla mia personale esperienza, ma questo non si traduce in una velata classifica.

Ne ho parlato anche qui, nel mio profilo Instagram, dove troverete sempre verità onesta al mio ritmo e non a quello dell’algoritmo!

Tornando alla questione con la quale ho aperto: “Come vivere il lavoro freelance durante la maternità”, sarei veramente una scellerata se pensassi che esistesse una risposta univoca e certa capace di chiudere questa tematica.

La verità è che non esiste un unico come, ma infiniti modi e possibilità di farlo ed è proprio qui il punto per me.

Quello che ho avvertito spesso in questi ultimi mesi navigando per i social è la tendenza ad una narrazione omologata della maternità da freelance, che riporta l’immagine della madre stacanovista che in quanto libera professionista non può permettersi di staccare, vuoi per necessità, vuoi per volontà -sacrosanta-, vuoi per pressione social(e).

Ma davvero vogliamo passare questo messaggio?

Ci ho pensato a lungo.
Ho provato ad indagare quel senso di disagio e sconforto che provavo ogniqualvolta che, allattando il mio bambino o tenendolo sul petto a dormire, mi imbattevo in madri di neonati sul pezzo, di fronte al pc, alla luce della ring, promuovere l’ennesimo servizio e intrattenere il proprio pubblico con un ritmo serrato di stories.

Ho cercato di capire perchè tutto questo mi facesse stare male, nonostante sia per me leggitimo avere quel tipo di atteggiamento, qualora sia quello sentito dalla madre.

Alla fine sono arrivata alla risposta:
a me quel rimando costante di contenuti che riportavano al fare, in un momento in cui personalmente sento assoluto il bisogno dello Stare, lasciavano addosso un non detto pesante.

Qualcosa che intonava più o meno così:
“se hai scelto la libera professione, sappi che non puoi mettere pausa. Ci devi essere. Visibile e presente, sempre. Altrimenti perderai terreno, perderai lavoro, perderai i frutti del tuo impegno e sarà tua responsabilità.”

Ecco, forse la mia lettura è stata piuttosto pesante, ma è stata questa.

E appena ho aperto il blog, ho desiderato dedicare un intero articolo a questo tema, perchè se anche solo un’altra mamma come me si è sentita male confrontandosi con i ripetuti contenuti della maternità workaholic, voglio dirle che quello è solo uno degli innumerevoli modi di viversi la propria maternità in libera professione, e sono tutti legittimi e ammirevoli.

Sì, anche il tuo!

Prima di lasciarti ci tengo a concludere con un breve elenco delle azioni che più di ogni altra mi hanno fatto ritrovare la Pace nel mio personale modo di vivere maternità e lavoro autonomo:

1- Ode al tempo dello stare

Se quello che senti adesso, con il tuo piccolo tra le braccia, è uno sconfinato bisogno di Stare, stai!

Viviamo in una società occidentale e capitalista, che per sua natura e cultura, ci ha cresciute sotto la lente della supremazia del fare, non importa se male o bene, l’importante è fare, tanto e farlo sapere, farlo vedere, dimostrarlo, perchè è così che si misura il Valore delle persone. Lungo il metro del fare.

Rendiamoci conto che questa è un’eredità culturale parziale, che parla sì della nostra sotoria e del processo percorso fino ad arrivare qui, ma è pur sempre un’eredità ed abbiamo tutto il diritto e il potere di ridefinirne i confini, le parti e le scelte. Dunque riappropriamoci del sacrosanto diritto dello Stare, che mai come in questa eccezionale fase della Vita ha senso e motivo di esistere.

Nasce un figlio, nasce una Madre.
Ogni volta nuova.

Stare in questa potente e diromepente trasformazione è uno dei più grandi regali che possiamo fare a noi stesse e alle persone che abbiamo attorno, qualora sia quello che sentiamo nel profondo, ovviamente.

2- Liberati da ciò che inquina il tuo Spazio

Fai tutto ciò che ti è possibile fare per allineare te stessa e il tuo ambiente e contesto a ciò che senti prioritario adesso:

  • elimina le distrazioni che senti portarti lontano da chi sei adesso;
  • evita e silenzia ogni forma di contenuto svilente per il tuo attuale mood;
  • allontana e prendi spazio dalle persone giudicanti che ti fanno tremare rispetto ad ogni domanda, anzichè tenderti la mano per fare il tuo prossimo passo;
  • sposta le pressioni non richieste al proprio posto, che adesso non è il tuo!

3- Rinvigorisci la Fiducia nel tuo sentire

In poche parole energizza al massimo la Fiducia in ciò che senti importante per Te adesso!

Circondati delle voci di cui hai bisgono.

Riconosci la tua voce come quella più saggia e autorevole in questo momento in particolare, immagina che sia la voce del guru che tutti noi vorremmo incontrare ogni volta che ci troviamo di fronte ad un dubbio atroce o un’incertezza paralizzante.

Prova a fare questo gioco e viviti questo tempo veramente unico e irripetibile, in cui peraltro stai impegando ogni tua risorsa ed energia verso il processo dal più alto impatto possibile: crescere, nutrire e irrorare di possibilità una Persona, futura cittadina autonoma del Mondo.

Niente di ciò che impieghi in questo tuo tempo è perso.

Tutto è investito a lungo termine e la resa sarà la più alta mai vista.

Il tempo che tornerai a recuperare potrà avere il sapore di un tempo in ritardo rispetto a quello che avevi immaginato per te e i tuoi progetti, ma ti garantisco che sarà un tempo dall’efficacia mai provata prima.

Se c’è qualcosa in cui la maternità ci potenzia alla stregua dei massimi eroi conosciuti, è la capacità di ottimizzare gli sforzi e massimizzare i risultati.

Ogni Mamma è una pro di organizzazione efficace!

Buona Tua maternità Mamma!
Che sia Libera, al tuo ritmo, al tuo sapore e che duri per il tempo che vorrai.

Il tuo lavoro non potrà che beneficiare delle infinite risorse che stai accumulando in questo periodo e ricorda che la Comunic-Azione potrà essere la tua più grande alleata anche in questo straordinario passaggio!

Sii l’attivista del tuo messaggio nel mondo: punta dritto all’essenza, valorizzala e amplificala, io sono qui pronta ad accompagnarti nel Viaggio dentro la spirale della comunicazione!
Anastasia Napolitano