Consulente di Comunicazione di Firenze

Attivismo della comunicazione: cos’è e perché non potevo più farne a meno

Attivismo della comunicazione: cos'è e perché non potevo più farne a meno.

Attivismo della comunicazione come stile di vita e non solo.

Ti starai chiedendo cosa intenda per attivismo della comunicazione e come mai abbia trovato questo termine per descrivere il mio lavoro, quando abbiamo già un’infinità di job descriptions tra le quali scegliere.

Ebbene, ho una risposta per ognuna di queste tue domande e te le svelo nelle prossime righe. Sappi che stai per leggere qualcosa di molto personale e radicato.

Fino a pochi anni fa, mai avrei pensato di scrivere un articolo sul mio lavoro, dove per mio si intende anche il nome del lavoro nello specifico.

Se non lo sai, ti ricordo che la mia avventura da freelance inizia appena tre anni fa, dopo quasi 10 anni da dipendente in diverse realtà, dalla multinazionale alle cooperative sociali, all’interno di uffici comunicazione, marketing e project management.

Essere qui adesso a raccontarti come nasce e da dove arriva l’attivismo della comunicazione, mi sembra un Sogno.

Quindi anzitutto: Grazie per esserci!

Si parte.

Cos’è l’attivismo della comunicazione

L’attivismo della comunicazione sono io.
Consulente di comunicazione è la job description più affine alla mia professione, ma a me non bastava.

Sembrava dire tutto e niente allo stesso tempo.
Avevo bisogno di un nome che racchiudesse già l’accezione prima che riconosco al mondo della comunicazione.

La comunicazione per me, prima di essere il mio lavoro, è la mia grande passione, è l’aspetto del Vivere e dell’Essere Umano che più di ogni altro mi interessa, mi appassiona e mi stimola costantemente domande, ricerche e dedizione.

“Non si può non comunicare”

scriveva nel 1967 lo psicologo Paul Watzlawick e altri importanti esponenti della Scuola di Palo Alto, pubblicando Pragmatica della comunicazione umana e dando vita ad uno dei 5 Assiomi della comunicazione.

La non-comunicazione è impossibile, perché qualsiasi comportamento comunica qualcosa di noi ed è impossibile, in quanto essere umani, avere un non-comportamento.

Il comportamento ha dunque valore di messaggio.

Che sia volontaria o meno, conscia o non, efficace o inefficace, la comunicazione avviene comunque.

Immergerci nella comunicazione significa avere la possibilità di trasmettere Valori, generare cambiamenti, stimolare riflessioni, emozioni, comportamenti e valorizzare la Relazione.

Relazione e comunicazione, due mondi a me carissimi e fisiologicamente interconnessi.

Ecco come la comunicazione è la più alta forma di attivismo dal mio punto di vista, in quanto agisce direttamente e con la massima potenza vitale sulla realtà.

L’attivismo della comunicazione dunque non parla solo di lavorare nel mondo della comunicazione, ma parla anche di come lo si fa, attraverso quale approccio.

Potenza vitale, proattività, responsabilità, impatto e pensiero critico sono solo alcuni dei richiami che hanno a che fare con questa definizione così specifica e calzante del mio modo di vivere e lavorare nella comunicazione.

Cosa rende la comunicazione attivista

Iniziamo col condividere la definizione di attivismo come prevista dal dizionario Treccani.

C’è un aspetto che più di ogni altro mi ha conquistata di questa definizione:
la potenza vitale.

Siamo abituati a leggere la parola attivismo come sinonimo di atti politici e sociali e sicuramente lo è, ma non solo.

L’attivismo, prima di divenire politico, sociale o educativo, è un’attitudine che intensifica il lato attivo, creativo, innovativo della vita umana fondata sull’idea del supremo valore dell’esplicazione dell’attività vitale, della volontà di vita e di potenza.

Ora, io che amo profondamente la sensazione di Vita e di possibilità di creazione chi si ha vivendo su questa Terra, appena mi sono imbattuta nelle parole descrittive dell’attivismo, me ne sono inebriata ed è stato immediato ed irrefrenabile il desiderio di associarle alla Comunicazione.

Perchè tra queste parole, sono racchiuse le principali leve e credenze attraverso le quali desidero accompagnare le persone verso il proprio personale modo di vivere la comunicazione, prima ancora di concentrarsi sugli specifici aspetti tecnici che connoteranno la sua crescita e il suo conseguente aspetto di marketing.

Per di più nel caso specifico della definizione di attivismo pedagogico, che è parte significativa della relazione con i miei clienti ed in particolare all’interno dei miei servizi di consulenza e mentoring (se non li conosci, vieni a scoprirli qui!), si parla di tendere a promuovere nell’insegnamento la libertà e la spontaneità dell’educando, valorizzando i suoi interessi e il suo spirito d’iniziativa.

Ed è esattamente questo ciò che intendo quando all’approccio educativo ideale.
Che si tratti di:

  • educazione genitoriale, sono mamma di tre dunque il tema non mi è indifferente,
  • educazione scolastica, che ritengo di grandissimo impatto nella vita della Persona e nella struttura della società,
  • educazione del personale, come forma lungimirante e nutriente di gestione delle risorse umane,
  • educazione del cliente, aspetto più che rilevante in qualunque professione ove la trasmissione di Valori sia una priorità

pensare ad un processo attivo che promuova la Libertà, la Spontanietà e la valorizzazione dei propri interessi e spirito d’iniziativa, mi fa respirare l’aria di un mondo migliore, di Persone solide, aperte al confronto, in Ascolto e capaci di creare Insieme.

Tutto questo e non solo, rende la comunicazione attivista.

potenza vitale = generatrice = creatrice di nuove realtà e nuovi mondi

Perché coniare una nuova terminologia nella comunicazione?

Viviamo un mondo in cui la soglia dell’attenzione di ognuno di noi è ai minimi storici.

Siamo soggetti a crescenti input multimediali costantemente, che ci portano a distrarci, ad interrompere innumerevoli volti il nostro focus, seppur desiderato.
Viviamo un costante stato di distrazione distraente, che giuro non è un gioco di parole ahimè.

Perdipiù ci annoiamo con grandissima facilità e riconosciamo come “già visto” qualunque tipo di format ci si presenti per più di ⅔ volte consecutive.

In questo clima, l’unica caratteristica di spicco impossibile da replicare esattamente resta la personalità.

Per questo ho voluto che a partire dal mio nome professionale, si potesse intravedere il mondo al quale mi riferisco, non solo l’area di competenza, ma anche il mood e l’attitudine.

Desideravo che la job description parlasse di me e avvicinasse le persone interessate a quel particolare modo di vedere il mondo.

Per riuscire a concentrare in tre parole tutto ciò, ho lavorato a lungo, immergendomi a pieni polmoni nella sfidante, quanto apparentemente banale, domanda “chi sono”.

Ho nuotato negli abissi, tentato innumerevoli soluzioni, cercato di individuare ciò senza il quale non sarei io, Ascoltato il suono delle mie parole e finalmente sono arrivata al punto.

P.S: queste ultime righe sono un concentrato di branding e di come definire la propria identità professionale. Se ti ha intrigato, sappi che possiamo farlo insieme su di te! (guarda come)

Piacere, sono l’attivista della comunicazione

Immagina il mio lavoro come il viaggio dentro una spirale, dal macro al micro andata e ritorno: impariamo insieme a comunicarti dentro per poi farlo fuori, senza esitazione.

Oltre gli schemi e le convenzioni, sono la giusta dose di focus ed empowerment per rendere libera e potente la tua comunicazione.

Dal 2020 creo il mio lavoro per supportare e divulgare una comunicazione essenziale, valoriale e umana fatta di Libertà, Potere, Fiducia e Respiro, oltre ai “to do” di cui siamo tempestati, per me vale solo il tuo ritmo!

Se vuoi conoscere di più sulla mia storia e sulla mia visione, ti invito a leggere il mio Manifesto o a iscriverti alla mia DearLetter, gli appuntamenti di penna per amanti della comunicazione e di sguardi alternativi sul mondo!

Ecco come la comunic-Azione cambia il mondo!

Ricapitolando, immagina di essere il vero e unico detentore della tua comunicazione, di sentire il pieno potere di definire i modi, i tempi e i toni di ciò che desideri trasmettere nella forma che più ti appartiene.
Immagina che questo sia ciò che accade anche nelle Persone intorno a te.

Pensi che vivremmo lo stesso mondo che stiamo vivendo adesso?
Io sono convinta di no.

Immagino che potremmo contare su una maggiore dose di fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità creative.
Immagino che vivremmo un maggiore grado di differenziazione di offerta e di sguardi, con un livello di tolleranza e confronto decisamente più allenato di quello attuale.

Immagino che la comunic-Azione possa davvero cambiare il mondo.

Aspetto di conoscere la tua personale risposta qui sotto o per email, se preferisci.

Ti aspetto per dare voce alla rivoluzione che vuoi portare nel mondo!

Sii l’attivista del tuo messaggio nel mondo: punta dritto all’essenza, valorizzala e amplificala, io sono qui pronta ad accompagnarti nel Viaggio dentro la spirale della comunicazione!
Anastasia Napolitano